venerdì, luglio 22, 2005

TARAS BUL'BA

Taras Bul'ba era un valoroso guerriero cosacco in un romanzo di Gogol. E valorosi sono anche i Taras Bul'ba intesi come gruppo milanese con quasi dieci anni alle spalle e un nuovo album, Incisione, fuori su Wallace. Cambiamenti e pause non li hanno fermati e recentemente il concerto di Mezzago degli Oneida li ha resituiti forti come mai. La botta è stata forte: suonano durissimo ma molto fruibile, non c'è l'estremismo dell'esordio autoprodotto del 2000 ma c'è un'idea rinnovata di cosa devono essere i Taras Bul'ba nelle menti di chi ci suona. E così una sezione ritmica che sa di funk lercio e rumoroso lavora sotto chitarre quadrate e taglienti, e la prima impressione che si ha ascoltando Incisione porta a vedere i Taras Bul'ba come uno strano -e inaspettato in quanto difficile da teorizzare- incrocio fra i Primus del periodo Pork Soda e delle cose più metalliche (non "metal") più recenti, come Breach o Will Haven. Le chitarre sono compattissime, tipo texture che copre un fondo rock, destrutturato ma anche funk in maniera sporchissima. Il suono ha però qualcosa di "intelligente" e cerebrale, non è solo botta. Magari nemmeno avete idea di cosa stiamo dicendo... "In effetti è una tua laboriosa interpretazione, noi siamo contenti ed un po’ stupiti di apparire così complicati, perché si tratta di una confluenza di esperienze ed umori. Non ascoltiamo molta musica e quindi non seguiamo nessun ‘filone’, abbiamo ovviamente delle influenze, ma non ne siamo così consapevoli. Un po’ rozzi, un po’ cerebrali. Inizialmente in quattro eravamo più nevrotici, instabili, ora con questa Formazione a tre da quattro anni abbiamo cementato tutto e lo abbiamo avvolto in una coltre d’ombre. Pesante, ma rarefatto. Non saprei cos'altro aggiungere se non di dare un'occhiata al nostro sito tarasbulba.it."
(Rumore, Giugno 2005)



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