SYSTEM OF A DOWN
Mesmerize
(Sony)
I System Of A Down pubblicano la prima parte di una doppietta di album resi disponibili a distanza ravvicinata: il presente Mesmerize ora e il successivo Hypnotize entro la fine dell'anno. Sei mesi circa d'intervallo che servono, nella loro intenzione, a lasciare ai fan il tempo di metabolizzare il primo blocco di musica prima di attaccare il secondo. La cosa che colpisce subito del disco è l'utilizzo di strutture molto pesanti e quasi metal, come di consuetudine intervallate/spezzate da parentesi di sapore ora folk, ora psichedelico, ora elettronico, il tutto confezionato con un suono più tondo e meno secco e tagliente di quello di Toxicity, che sembra smussare la durezza quasi-thrash di Revenga o This Cocaine Makes Me Feel Like I'm On This Song. Il riffing è frenetico e le soluzioni molteplici, ma emerge una sensazione di liquidità, quasi di leggera alterazione chimica che rende ogni canzone perfetto contenitore del modo e del senso che porta: mondi a se stanti, perfettamente esauriti dentro i loro margini che raccontano in lungo e in largo di come l'America funzioni proprio male. Dalle facce tirate di Hollywood e dei protagonisti dell'industria dell'intrattenimento al picnic guerrafondaio di George W. Bush (B.Y.O.B. - Bring Your Own Bombs - Portati le tue bombe) ci sono frecce avvelenate a ripetizione, ma è di nuovo la totale scioltezza che i SOAD dimostrano nel contorcere la propria scrittura a lasciare di stucco: momenti come il tour de force stilistico di Rodeo, il break R&B di B.Y.O.B. o gli spasmi ritmici della già citata Revenga indicano esperienza e idee da vendere. La produzione, a cura del chitarrista e songwriter Daron Malakian, manca un po' di profondità come successo in passato, e pur con la loro pirotecnia i SOAD rimangono distanti dal rinnovare il rock'n'roll dall'interno come da qualche parte si vorrebbe, ma Mesmerize -e certamente Hypnotize se proviene dalle medesime session- è avvincente, gonfio di soluzioni perfettamente scelte e molto divertente. Il sorriso è amaro, ovviamente, ma i System Of A Down non hanno fallito.
(da Rumore, Maggio 05)
www.systemofadown.com
(Sony)
I System Of A Down pubblicano la prima parte di una doppietta di album resi disponibili a distanza ravvicinata: il presente Mesmerize ora e il successivo Hypnotize entro la fine dell'anno. Sei mesi circa d'intervallo che servono, nella loro intenzione, a lasciare ai fan il tempo di metabolizzare il primo blocco di musica prima di attaccare il secondo. La cosa che colpisce subito del disco è l'utilizzo di strutture molto pesanti e quasi metal, come di consuetudine intervallate/spezzate da parentesi di sapore ora folk, ora psichedelico, ora elettronico, il tutto confezionato con un suono più tondo e meno secco e tagliente di quello di Toxicity, che sembra smussare la durezza quasi-thrash di Revenga o This Cocaine Makes Me Feel Like I'm On This Song. Il riffing è frenetico e le soluzioni molteplici, ma emerge una sensazione di liquidità, quasi di leggera alterazione chimica che rende ogni canzone perfetto contenitore del modo e del senso che porta: mondi a se stanti, perfettamente esauriti dentro i loro margini che raccontano in lungo e in largo di come l'America funzioni proprio male. Dalle facce tirate di Hollywood e dei protagonisti dell'industria dell'intrattenimento al picnic guerrafondaio di George W. Bush (B.Y.O.B. - Bring Your Own Bombs - Portati le tue bombe) ci sono frecce avvelenate a ripetizione, ma è di nuovo la totale scioltezza che i SOAD dimostrano nel contorcere la propria scrittura a lasciare di stucco: momenti come il tour de force stilistico di Rodeo, il break R&B di B.Y.O.B. o gli spasmi ritmici della già citata Revenga indicano esperienza e idee da vendere. La produzione, a cura del chitarrista e songwriter Daron Malakian, manca un po' di profondità come successo in passato, e pur con la loro pirotecnia i SOAD rimangono distanti dal rinnovare il rock'n'roll dall'interno come da qualche parte si vorrebbe, ma Mesmerize -e certamente Hypnotize se proviene dalle medesime session- è avvincente, gonfio di soluzioni perfettamente scelte e molto divertente. Il sorriso è amaro, ovviamente, ma i System Of A Down non hanno fallito.
(da Rumore, Maggio 05)
www.systemofadown.com
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