MAL D'ORECCHI
BLACK DICE - Broken Ear Record (DFA)
Che casino capire che cazzo voglian fare veramente i Black Dice. Se li guardi in faccia potrebbero essere un qualsiasi gruppo hardcore, magari leggermente intellettuale, magari uno di quelli che sa suonare. Oppure una qualsiasi figliazione indierock, magari da tenere in considerazione, magari invece no. Di sicuro non gli piace particolarmente apparire. Molto di quelli che li ascoltano stenteranno a ricorare il nome di uno di loro. Però poi pensi che alla fine della fiera sono su DFA, avranno qualche sorta di fighetteria ma gli piacerà l'understatement ma non i completi da gelataio di James Murphy*. Ma che cazzo ne so. Broken Ear Record esagera forse un po' con quel suonino classico di chitarrina ritoccata che hanno già usato tante e tante volte, ma per il resto è un vero piacere ascoltarlo. non un piacere intelligente, un piacere di quelli comunemente legati all'ascoltare musica, di qualsiasi tipo sia il vostro. Chiaro che ci vada un po' d'attenzione e un po' di voglia di farsi ascoltare e farsi portar via in qualche luogo che non necessariamente sarà piacevole. Però il suono, che da quanto mi pare di capire sia la preoccupazione princpiale dei tre tizi che formano i Black Dice, ecco, quello è sempre perfetto. E' zozzo quando dev'essere zozzo, è tirato a lucido quando serve che lo sia, è ritmico quando è il caso di mettere in riga un po' le cose e desolatamente/violentemente/brutalmente/tranquillamente ambientale quando invece hanno l'impressione che sia meglio lasciare un po' andare la presa. Com'è che un disco di cui non hai ancora capito nemmeno la metà ti sembra già perfetto o giudilì? Mistero.
*: James Murphy era anche il nome di un eccezionale chitarrista METAL che oltre ad aver suonato nei Testament e negli Obituary ha dato vita ai Disincarnate che erano una favola. Ma davvero.
Che casino capire che cazzo voglian fare veramente i Black Dice. Se li guardi in faccia potrebbero essere un qualsiasi gruppo hardcore, magari leggermente intellettuale, magari uno di quelli che sa suonare. Oppure una qualsiasi figliazione indierock, magari da tenere in considerazione, magari invece no. Di sicuro non gli piace particolarmente apparire. Molto di quelli che li ascoltano stenteranno a ricorare il nome di uno di loro. Però poi pensi che alla fine della fiera sono su DFA, avranno qualche sorta di fighetteria ma gli piacerà l'understatement ma non i completi da gelataio di James Murphy*. Ma che cazzo ne so. Broken Ear Record esagera forse un po' con quel suonino classico di chitarrina ritoccata che hanno già usato tante e tante volte, ma per il resto è un vero piacere ascoltarlo. non un piacere intelligente, un piacere di quelli comunemente legati all'ascoltare musica, di qualsiasi tipo sia il vostro. Chiaro che ci vada un po' d'attenzione e un po' di voglia di farsi ascoltare e farsi portar via in qualche luogo che non necessariamente sarà piacevole. Però il suono, che da quanto mi pare di capire sia la preoccupazione princpiale dei tre tizi che formano i Black Dice, ecco, quello è sempre perfetto. E' zozzo quando dev'essere zozzo, è tirato a lucido quando serve che lo sia, è ritmico quando è il caso di mettere in riga un po' le cose e desolatamente/violentemente/brutalmente/tranquillamente ambientale quando invece hanno l'impressione che sia meglio lasciare un po' andare la presa. Com'è che un disco di cui non hai ancora capito nemmeno la metà ti sembra già perfetto o giudilì? Mistero.
*: James Murphy era anche il nome di un eccezionale chitarrista METAL che oltre ad aver suonato nei Testament e negli Obituary ha dato vita ai Disincarnate che erano una favola. Ma davvero.
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