domenica, luglio 31, 2005

CHILD OF THE DAMNED

KID 606 - Resilience
Kid 606 mi è piaciuto, non sempre e non per forza, quando faceva il tamarro. Quando prendeva un beat, ci metteva sopra un altro beat che lo rompeva, poi un rumore, un altro rumorino, un altro ancora. Poi ancora più sopra una specie di linea melodica che però veniva regolarmente massacrata dai bassi. E in più lui e/o qualcun altro ci strillavano sopra. Lo chiamano "terrorismo sonoro" - non fa paura come quello vero ma un po' di fastidio lo dà: gli Atari Teenage Riot di quell'altro bollito (attualmente) di Alec Empire non mollavano un secondo, mentre Kid606 una risata ogni tanto se la faceva: forse per questo mi è risultato simpatico per anni e mi ha incuriosito - malgrado l'unica sua cosa che abbia apprezzato fino in fondo fosse in condivisione coi Dalek. Ma
Resilience, mio dio, Resilience. Nulla di più noioso e senza senso ha attraversato queste orecchie da mesi, forse anni. Il Kid dice che è il suo disco più personale, coraggioso e intimo e libero: dispiace stroncargli l'entusiasmo ma questa è elettronica for dummies, per di più della specie di quelli che si bevono proprio tutto. Ridateci il baccano, questo non lo vogliamo!
Done With The Scene MP3

sabato, luglio 30, 2005

LA PALLA PAZZA CHE STRUMPALLAZZA

MADBALL - Legacy
Un pezzetto di storia dell'hardcore newyorkese si chiama Madball. Da cinque anni non facevano un disco e per due di essi sono addirittura stati considerati sciolti. Legacy non è ovviamente un titolo casuale: qui dentro ci sono trentatrè minuti del classico suono di Warzone, Sick Of It All e Agnostic Front - per niente dulcorato, nè "cresciuto", nè "addizionato". Ed è un po' un peccato, perchè il disco precedente, Set It Off, osava incrociare il NYHC con unaltra fondamentale musica di strada, l'hip hop, e i risultati erano rabbiosi, dinamici e convincenti. Legacy ha il pregio di partire benissimo, con la solita cascata di riff e break pesanti e un pezzo straordinario, Adapt And Overcome, ma di impantanarsi lì. Per i trenta minuti successivi non succede nulla, e io m'annoio. Dal vivo correremo a vederli ma il disco è proprio noioso.
For My Enemies MP3

giovedì, luglio 28, 2005

DISCO VOLANTE

Dopo tanti anni ho messo le mani su questo:




















I Colossamite sono stati gli autori di uno dei concerti che mi ha sconvolto: era il Novembre del 1998 al Tunnel di Milano, in Via Sammartini. Io non li conosceva, andai per accompagnare/incontrare un'amica "di internet" che veniva da Roma appositamente, e rimasi shockato. Non capivo tanto bene cosa facessero ma sapevo che era straordinario - con i suoni di chitarra che mi tagliavano la faccia e tutto che si muoveva. Loro sembravano avere il controllo perfetto di tutto quel che combinavano, epperò sembrava che la musica dovesse deragliare e accartocciarsi da un secondo all'altro. Mi stupirono e comprai The Economy Of Motion che tuttora gira fra i miei ascolti. Stamattina, scendendo per andare a lavorare, raccolgo un pacchetto dagli Stati Uniti che contiene questa piccola meraviglia di tre pezzi più frisbee (il mio però è verde, non grigio/bluastro). Due inediti e una medley dei Die Kreuzen, nove minuti totali più confusi e meno spigolosi di The Economy Of Motion. Bello da ascoltare e meraviglioso da stringere a sè con gli occhi a forma di cuore.

lunedì, luglio 25, 2005

PLAYLIST e NO

THE STARVATIONS - Gravity's A Bitch
Viulenza e aMMore

NAKED CITY
- Complete Studio Recordings
Spesa folle ma tre quarti del materiale dei Naked City rimangono insuperati

FOUR TET
- Everything Ecstatic
Krautissimo e spessissimo

JAGA JAZZIST
- What We Must
Estate ariosa

MAXIMO PARK
- A Certain Trigger
Supercanzoni meravigliose

MUNICIPAL WASTE
- Hazardous Mutation
L'incubo della guerra fredda

ZU
- Ardecore
Anche se son milanése

Dal passato:
TURMOIL - The Process Of
Uno dei dischi hardcore di sempre

AC/DC
- Back In Black
Classico e sorprendentemente estivo

GIRLS AGAINST BOYS
- You Can't Fight What You Can't See
Ottimo per andare in bicicletta (?)

NINE INCH NAILS
- With Teeth
A me piace

QUICKSAND
- Manic Compression
Emozionante e attuale tuttora

ULVER
- Bergtatt
Un disco invernale ci va

Dischi sòla:
MYLO
- Destroy Rock'n'Roll
Noia mortale e oltre

PELICAN
- The Fire in our Throats Will Beckon the Thaw
Delusione cocente come il sole d'Agosto. Rimbambimento precoce

SYSTEM OF A DOWN

Mesmerize
(Sony)
I System Of
A Down pubblicano la prima parte di una doppietta di album resi disponibili a distanza ravvicinata: il presente Mesmerize ora e il successivo Hypnotize entro la fine dell'anno. Sei mesi circa d'intervallo che servono, nella loro intenzione, a lasciare ai fan il tempo di metabolizzare il primo blocco di musica prima di attaccare il secondo. La cosa che colpisce subito del disco è l'utilizzo di strutture molto pesanti e quasi metal, come di consuetudine intervallate/spezzate da parentesi di sapore ora folk, ora psichedelico, ora elettronico, il tutto confezionato con un suono più tondo e meno secco e tagliente di quello di Toxicity, che sembra smussare la durezza quasi-thrash di Revenga o This Cocaine Makes Me Feel Like I'm On This Song. Il riffing è frenetico e le soluzioni molteplici, ma emerge una sensazione di liquidità, quasi di leggera alterazione chimica che rende ogni canzone perfetto contenitore del modo e del senso che porta: mondi a se stanti, perfettamente esauriti dentro i loro margini che raccontano in lungo e in largo di come l'America funzioni proprio male. Dalle facce tirate di Hollywood e dei protagonisti dell'industria dell'intrattenimento al picnic guerrafondaio di George W. Bush (B.Y.O.B. - Bring Your Own Bombs - Portati le tue bombe) ci sono frecce avvelenate a ripetizione, ma è di nuovo la totale scioltezza che i SOAD dimostrano nel contorcere la propria scrittura a lasciare di stucco: momenti come il tour de force stilistico di Rodeo, il break R&B di B.Y.O.B. o gli spasmi ritmici della già citata Revenga indicano esperienza e idee da vendere. La produzione, a cura del chitarrista e songwriter Daron Malakian, manca un po' di profondità come successo in passato, e pur con la loro pirotecnia i SOAD rimangono distanti dal rinnovare il rock'n'roll dall'interno come da qualche parte si vorrebbe, ma Mesmerize -e certamente Hypnotize se proviene dalle medesime session- è avvincente, gonfio di soluzioni perfettamente scelte e molto divertente. Il sorriso è amaro, ovviamente, ma i System Of A Down non hanno fallito.
(da
Rumore, Maggio 05)
www.systemofadown.com

MELVINS

Mangled Demos From 1983
(Ipecac)
Questa nuova uscita a nome Melvins torna indietro nel passato a ventidue anni fa, inquadrando il momento stesso della nascita del gruppo. Alla batteria c'è lo sconosciuto Mike Dillard, al basso Matt Lukin, alla chitarra e voce, ovviamente, King Buzzo Osbourne. Mangled Demos From 1983 è composto da 18 canzoni o frammenti di esse che lasciano solamente immaginare il futuro importante e creativo che il gruppo di Seattle aveva in serbo, ed è poco più che una curiosità per i fan accaniti, dato che qualità di scrittura e registrazione sono ben lontane dagli standard acquisiti successivamente. Per scendere un po' nel dettaglio, l'alternanza su questo disco è fra momenti di rumore ambientale, infiltrazioni di chaos incontrollato e veloci e brutali pezzi di estrazione post-metal, suonati con la furia dei Black Flag e lo scazzo dei... Melvins. Esilarante e perfetto nella propria ignoranza il breve memoriale scritto da Buzzo per celebrare (o forse deridere) quei giorni ormai così lontani: forse non sufficiente per giustificare l'acqusto di questo zibaldone di demo punk/metal, ma nondimeno interessante.
(da
Rumore, Giugno 05)

http://www.themelvins.net/
Sample

venerdì, luglio 22, 2005

TARAS BUL'BA

Taras Bul'ba era un valoroso guerriero cosacco in un romanzo di Gogol. E valorosi sono anche i Taras Bul'ba intesi come gruppo milanese con quasi dieci anni alle spalle e un nuovo album, Incisione, fuori su Wallace. Cambiamenti e pause non li hanno fermati e recentemente il concerto di Mezzago degli Oneida li ha resituiti forti come mai. La botta è stata forte: suonano durissimo ma molto fruibile, non c'è l'estremismo dell'esordio autoprodotto del 2000 ma c'è un'idea rinnovata di cosa devono essere i Taras Bul'ba nelle menti di chi ci suona. E così una sezione ritmica che sa di funk lercio e rumoroso lavora sotto chitarre quadrate e taglienti, e la prima impressione che si ha ascoltando Incisione porta a vedere i Taras Bul'ba come uno strano -e inaspettato in quanto difficile da teorizzare- incrocio fra i Primus del periodo Pork Soda e delle cose più metalliche (non "metal") più recenti, come Breach o Will Haven. Le chitarre sono compattissime, tipo texture che copre un fondo rock, destrutturato ma anche funk in maniera sporchissima. Il suono ha però qualcosa di "intelligente" e cerebrale, non è solo botta. Magari nemmeno avete idea di cosa stiamo dicendo... "In effetti è una tua laboriosa interpretazione, noi siamo contenti ed un po’ stupiti di apparire così complicati, perché si tratta di una confluenza di esperienze ed umori. Non ascoltiamo molta musica e quindi non seguiamo nessun ‘filone’, abbiamo ovviamente delle influenze, ma non ne siamo così consapevoli. Un po’ rozzi, un po’ cerebrali. Inizialmente in quattro eravamo più nevrotici, instabili, ora con questa Formazione a tre da quattro anni abbiamo cementato tutto e lo abbiamo avvolto in una coltre d’ombre. Pesante, ma rarefatto. Non saprei cos'altro aggiungere se non di dare un'occhiata al nostro sito tarasbulba.it."
(Rumore, Giugno 2005)

giovedì, luglio 21, 2005

GUAPO

SOLE NERO

Secondo stadio della nostra ricognizione in territorio inglese. Approfondiamo i modi dei Guapo, ex-duo ora ampliato a trio con 8 anni di registrazioni e tour alle spalle e 6 album per altrettante etichette differenti. L'ultimo della serie si chiama Black Oni e l'ha pubblicato Mike Patton per la sua Ipecac, mentre già sembra che il prossimo sarà per Neurot Recordings. I Guapo non rientrano nemmeno per sbaglio nelle classiche definizioni di post-hardcore o noise che, in qualche modo, appartengono a Beecher, Mistress e Jesu: eppure hanno il coraggio di essere estremi, oscuri, psichedelici, a volte contorti e altre semplicissimi, ma sempre saldamente al di qua di ogni sbrodolamento vetero-progressivo. Magniloquenti e cinematici come i Fantomas, eccessivi e coscientemente prolissi come i Mars Volta: a parlare con noi è Dave Smith, batterista e con Matt Thompson (basso) fondatore del gruppo, partiamo proprio dalla nuova etichetta: "Siamo felici e fieri di uscire per Ipecac e ci rendiamo conto che ci potrà esporre a molta gente più giovane di quelli che ci ascoltano di solito, in fondo è un'etichetta in qualche modo fashionable, no? Gli Isis sono forse il gruppo dell'etichetta che preferisco. Noi siamo sempre stati promossi ed esposti tramite media e canali più legati al rock progressivo e alla psichedelia, ovviamente in maniera appropriata. Non siamo più grandi ascoltatori di hardcore e simili, ma particolarmente i due lavori più recenti Five Suns e Black Oni possono trovare riscontri anche al di fuori di quel giro, forse c'è un po' più d'apertura mentale ora e qualcuno in più comprende che non siamo solo dei fanatici di 21st Century Schizoid Man." Non si capisce però se davvero Five Suns, Black Oni e il prossimo album siano effettivamente parte di una trilogia! "Non esattamente. Sono tre album legati perchè a livello sonoro sviluppano atmosfere più oscure di quelle del nostro passato, ma non si tratta di tre lavori da ascoltare in sequenza nè inscindbili." Incorporare degli elementi elettronici più rilevanti potrebbe essere una mossa shockante per i vostri vecchi estimatori, ma qualcosa che invece avrebbe senso e fascino per chi vi ha scoperto da poco, magari con lo stesso Black Oni. Ci avete mai pensato? "In questo momento non c'è nessuna idea di fare nulla di simile. I Guapo devono rimanere nella mia visione un'entità fisica e non devono essere in qualche modo disincarnati con l'utilizzo dell'elettronica. non vuol dire che abbiamo qualcosa contro i suoni sintetizzati, sia Matt che Daniel utilizzano strumentazione elettronica di vario tipo sia in studio che dal vivo, ma è importante che l'equilibrio con il basso, la batteria e la chitarra non venga compromesso. I Guapo devono avere, almeno dal vivo, un impatto molto fisico e aggressivo." Dopo la collaborazione con i Cerberus Shoal avete ne avete in programma altre? "Recentemente siamo stati al lavoro con Stephen O'Malley dei Sunn 0))) e con Vincent del gruppo svizzero Shora. Col primo ci siamo occupati delle musiche mentre Vincent ha diretto un video che le accompagnerà. Non c'è ancora una data d'uscita nè un'etichetta sicura, ma dovrebbe essere disponibile entro l'anno mentre il nuovo album vedrà la luce nel 2006." In una recente intervista Kieran Hebden alias Four Tet ha descritto ciò che fa come "heavy cosmic music": perfetto anche per voi, non credi? Lui potrebbe realizzare dei remix molto stimolanti sul vostro materiale, recentemente ha lavorato con Steve Reid, il batterista di Sun Ra Arkestra... "Definizione perfetta davvero... Four Tet fa grandi cose e la definizione che ha dato di se stesso è perfetta per il nuovo corso che ha intrapreso. Qualcuno dovrebbe chiedergli cosa pensi di noi forse. Potrebbe accadere qualcosa di interessante..."
(Rumore, Giugno 2005)

Black Oni

JESU

Padre, figlio e spirito santo

(Hydrahead)

Justin Broadrick ha dato vita ai Godflesh quando aveva 18 anni, era la seconda metà degli anni '80 e la prima uscita, omonima nel 1988, ha ridefinito il concetto di musica industriale e ha donato alla Earache una parte della fama di etichetta innovativa e ricercatrice. Nei due anni precedenti aveva già messo insieme i Napalm Death (suonando sul cacofonico e celebrato Scum), oltre agli album pubblicati con Head Of David e Fall Of Because, altri pilastri della musica industriale. A vent'anni da allora e con una carriera divisa fra Godflesh ed eccellenti progetti laterali (God, Techno Animal, Final, Curse Of The Golden Vampire e altri) Broadrick è tornato dopo una pausa di due anni con un progetto prioritario, che molti vedono o vogliono vedere come la reincarnazione dei Godflesh: Jesu però va molto più in là, sceglie di non ricorrere allo scattare meccanico di Streetcleaner o Like Rats, ma si muove inquieto in territori che sono ben più vicino a Mogwai, My Bloody Valentine o Godspeed you Black Emperor! che a qualsiasi tipo di estremismo. Il fondale dei pezzi rimane ispessito da una coltre di immobile sporco chitarristico, ma la musica di Broadrick non è mai stata così "leggera" e ariosa: "L'album e l'EP Heartache non hanno particolare valore nel definire quali possano essere la natura e il suono di Jesu nel futuro. Cambieremo musicisti, formazione, strumentazione e attrezzatura. Le coordinate di base sono state stabilite, la natura di Jesu sarà sempre in equilibrio fra il brutale e il sublime, sempre immersa in un'intollerabile tristezza". Prima Dio (Godflesh), ora Gesù, e l'album si apre con Path To Divinity. I riferimenti religiosi si sprecano, ma Jesu era anche il titolo dell'ultimo brano dell'ultimo album dei Godflesh. "Durante la registrazione dell'ultimo album dei Godflesh sapevo già che la loro fine era vicina, ma la scelta del nome Jesu per quella canzone è stata successiva a una specie di sogno che ho fatto all'interno del quale il mio nuovo gruppo si chiamava così. Poi siccome non riuscivo a dare un nome al pezzo, l'ho chiamato così. In realtà sono semplicemente affascinato e attratto da questo tipo di nomi/parole/immaginario, perchè le trovo potenti, ambigue, hanno un grande potere di suggestionarmi." L'affiliazione a un'etichetta come la Hydrahead porta i Jesu all'attenzione di molti fan delle ultime evoluzioni di quello che una volta era semplicemente hardcore o noise. C'è un posizionamento particolare che credete di meritare o che ritenete appropriato? "Davvero, faccio solo musica per me stesso, è sempre stato così e non può che esserlo. Il primo album di Jesu è un disco pesantemente basato sugli sviluppi di relazioni di vario tipo, relazioni che diventano allegorie per affrontare soggetti più ampii. E' come se ai Godflesh avessi tolto la rabbia e il nichilismo che li animavano dall'inizio: ho imparato è inutile prendersela col modo intero, se ne ricava solamente frustrazione e senso d'impotenza. Ora preferisco fare mie le questioni che mi stanno a cuore e cerco di razionalizzarle e trovare una soluzione nella mia testa prima di tutto. So che non c'entra molto con lo stato delle cose di una qualsiasi scena musicale, ma così funziona per me". Hai in uscita in Autunno su Neurot Recordings anche il nuovo album 3 del progetto Final, una tua emanazione ambient/elettronica, ce ne vuoi parlare? "Si tratterà di un doppio CD che conterrà oltre due ore di materiale al quale ho lavorato su un periodo molto lungo e che praticamente deve uscire dal 1999. Sarà una versione aggiornata delle esplorazioni ambient/drone che ho già effettuato in passato."
(Rumore, Giugno 2005)

http://www.avalancheinc.co.uk/jesumain.html
We All Faulter

400 BLOWS

Angel's Trumpet And Devil's Trombones
(GSL)







I 400 Blows provengono dalla costa Ovest americana e con questo secondo album si trasformano in manna dal cielo per chi, dieci o più anni fa, impazziva per Cows, Jesus Lizard e Unsane - e magari lo fa ancora. Prodotti da Alex Newport (Fudge Tunnel e al lavoro con Neurosis ma anche Ikara Colt) infilano undici incidenti di noise/blues quadratissimo, acido e grasso: proprio in questa "frassezza" e rotondità del suono trovano la propria dimensione, e sentirli giocare con l'elettricità di ritorno degli amplificatori è un piacere. Si presentano sul palco vestiti come un incrocio di Chips e squadriglie nazi: difficile non notarli e ancora più difficile dimenticarseli, una volta ascoltati.
(da Rumore, Giugno 2005)
www.400blows.net
The Beauty Of Internal Darkness

mercoledì, luglio 20, 2005



Andatevene:





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