lunedì, ottobre 31, 2005

RISPOLVERATO

SIXTOO - Boxcutter Emporium / Storm Clouds & Silver Linings (Ninja Tune 2003)
Questa sera c'è gente a cena e mi sono messo a spazzolar via il pelo dei gatti dal divano. Già che c'ero ho spolverato anche uno scaffale con vinili e libri e mi è capitato per le mani questo qui, del quale mi ero assolutamente dimenticato. Il lato a mette insieme le tre parti di Boxcutter Emporium, separate poi sul disco, mentre il lato B. Storm Cliuds & Silver Linings, ha Damo Suzuki dei Can ospite alla voce. Si tratta in emtranbi i casi di un mezzo scontro fra hip hop intelligente e strutture post-rock. Forse manca un po' di profondità ma mi piace comunque un bel po'.
Storm Clouds & Silver Linings

sabato, ottobre 29, 2005

LIGHTNING BOLT

ORA CHE CI PENSO...

... si sta stringendo attorno a noi la morsa della playlist di fine anno, inutilissima, limitatissima e spaccacoglionissima. Come ogni anno mi sembra di ricordarmi solamente i dischi da Luglio in avanti, oppure i dischi usciti da Ottobre a Dicembre dell'anno prima, cosicchè l'eventuale Organo Di Controllo Delle Playlist potrebbe rinfacciarmi puntuale che non sono stato attento e che la mia classifichetta è buona da mettere sulla lavatrice. Ma non è per parlare della cazzata di cui sopra che son qui. Piuttosto perchè mi sono ricordato per la prima volta nella mia vita a colpo sicuro di un album uscito prima di Giugno, che sarebbe poi What We Must dei Jaga Jazzist, che sarebbero poi quelli che han suonato il miglior concerto che ho visto quest'anno (a Torino il 2 Luglio), che sarebbe poi un festival veramente figo. Il disco è soave e meraviglioso e bellissimo e scivola leggero ma tutt'altro che vacuo, anzi emozionante, con tantissimi suoni e tantissimi collori dentro: per lo più pastello, ma dal vivo si accendono e diventano tridimensionali che quasi li chiamerei ologrammi. L'edizione limitata del disco non è consigliata solo per fare i fichi ma soprattutto perchè le 4 versioni demo "spiegano" un po' il disco e si capisce un po' di più com'è stato costruito venendo introdotti a questi work in progress che da soli sarebbero il punto più alto di dieci gruppi meno bravi. Addirittura voglio veramente farla fuori dal vasetto... non riesco a immaginare come un disco del genere potrebbe non piacere a chiunque ami la musica dilatata e strumentale. Ne è un'interpretazione magistrale, con in più tutto un impianto elettronico sotto che fruscia, allarga, stringe, bilancia, colora. C'è proprio tanta fantasia dentro e c'è la capacità di far parlare i suoni, che sono ricercati e scintillanti.

Le foto qui sotto le ho scaricate dal sito dei Jaga Jazzist e sono di Alessandro Vargiu. Se mai dovessi leggere qui, te le ho rubate. Grazie.




giovedì, ottobre 27, 2005

FRESSSSH

Appena giunto nelle mie mani! Dettagli qui. Non vedo l'ora di sentirlo.

lunedì, ottobre 24, 2005

MINDFUCK. E basta.

EARTH - LEGACY OF DISSOLUTION (No Quarter)
Gli Earth altro non sarebbero se non quelli che hanno formalizzato il concetto di musica lenta E pesante. Lenta-lenta e pesante-pesante, perdipiù quasi sempre priva di ogni tipo di intervento ritmico "consueto", ovvero una batteria. Lo facevano circa 15 anni fa, nei primi '90, e il loro 2 su Sub Pop ha leso cervelli che erano destinati a brillanti carriere accademiche. Hanno pubblicato un po' di dischi in totale, l'ultimo dei quali, Hex (Or Printing In The Infernal Method), da meno di un mese - ma prima non buttavano fuori niente da nove anni, a parte questo di cui sto parlando. La cosa strana e meravigliosa degli Earth è che sono degli ignoranti pazzeschi, dei redneck orrendi che vogliono suonare esclusivamente a volume 11. Però gli Earth sono anche amati e stimati nei circoli con la riga in mezzo, quelli di coloro che impazziscono per una variazione di semitono che noialtri nemmeno sentiamo e che sguazzano nel concettuale. Sono i padroni dell'ignoranza e i signori del rumore, tutto quanto insieme. Pazzesco che dopo appunto i nove anni di silenzio, però abbiano scelto di tornare con un'uscita come questa, dove materiale vairo del loro repertorio viene remixata (scomposta e ricomposta, meglio) da Mogwai, Autechre, Jim O'Rourke, Sunn 0))), Russell Haswell e Justin Broadrick. Ancora più incredibile è che fra tutti i sei, siano gli Autechre a mettere a segno il colpo più clamoroso, proprio loro che potrebbero tranquillamente non c'entrare nulla qui in mezzo: Coda Maestoso In F(Flat) Minor è il remix più breve (5'35") e di gran lunga il migliore. Il brano trasforma gli Earth in una sorta di Pink Floyd rituali e scurissimi, un vero capolavoro. I Mogwai fanno quel che sanno, i Sunn 0))) tingono tutto di un nero catramoso, Haswell e Broadrick giocano col rumore, Jim O'Rourke spezzetta, reincolla, ri-spezzetta e ricombina di nuovo. Ma il pezzo degli Autechre... dài dài scaricatelo!

XXX

PROJECT X - Straight Edge Revenge
Se c'è una cosa che non c'entra un beneamato con musicaperdrogarsi è Project X. La X è quella sulle mani di chi è Straight Edge (cioè non io) e se non è solitamente qualcosa che mi faccia venir voglia di ascoltare un gruppo, per Project X il valore storico pone le cose sotto una luce diversa. Al Brown (Side By Side, Gorilla Biscuits) + Porcell (Youth Of Today, Judge) + Walter Schreifels (Gorilla Biscuits) + Sammy Siegler (Side By Side, Youth of Today, Judge) fanno come somma la storia dell'hardcore di New York. Cinque pezzi in sei minuti distribuiti insieme alla fanzine Schism (curata da Porcell stesso) e scritti e registrati come materiale bonus che potesse promuovere la diffusione della detta fanzine. Old school a 1000 all'ora insomma. Certo questo non è propriamente rock'n'roll e non mi sarei azzardato a entrare al CBGB's con una birra in mano a un loro concerto (maledetti stronzi), ma gli errori di gioventù si perdonano, almeno a chi ha poi fondato i Quicksand, ovvero Schreifels. Al suo unico concerto italiano dei Rival Schools, suo gruppo successivo, ho visto un amico, grande, grosso e cresciuto con le lacrime agli occhi solamente perchè stava parlando con lui. Io non sono a quei livelli ma questo disco dovrebbero regalarlo in ospedale alla nascita.

sabato, ottobre 22, 2005

NON CE LA FACCIO

COHEED AND CAMBRIA
Del nuovo Apollo Blah Blah Blah non voglio nemmeno sapere nulla e di quello in mezzo nemmeno. O meglio, purtroppo l'ho saputo ma mi irrita solo a sentirlo nominare. Second Stage... invece è, o meglio dovrebbe essere, ancora dalla parte "giusta". Tant'è che uscì per Equal Vision che prontamente lo ristampa per venderlo a qualche decina di migliaia di tedeschi (I Coheed & Cambria in Germania sono enormi, tipo cartelloni sull'uscita del disco per strada di fianco ai manifesti di Robbie Williams) con una generosa aggiunta di materiale inedito. C'è un problema di base però in entrambi gli album. Che non c'è nessuna passione nè alcuna coesione in quello che si sente. C'è una scrittura elaborata e il gruppo sa suonare, ma cazzo perde più tempo a dimostrare di non essere un-altro-gruppo-emo-appena-più-capace per poter diventare un gruppo effettivamente compiuto e sopra la media. O anche solamente fuori dagli schemi. Sono progressive rock nel senso peggiore del termine - e non ho problemi ad ammettere che ci siano svariate accezioni positive. Io ammetto di avere dei problemi col falsetto, ma qui si esagera proprio: il falsetto diventa l'unico strumento a disposizione del gruppo per cercare di far passare un po 'di emotività. Il resto è un avvilupparsi secondo schemi randomizzati di parti heavy, parti emo, parti generalmente "dispari": progressive per somma delle parti alla fin fine. Le melodie sono così mielose e sopra le righe che a me sembra tutto una presa per il culo: quella voce non sarà mica DAVVERO così vero??? Non ci arrivo non ci riesco non ce la faccio. Io i Coheed And Cambria non li voglio ecco buh buh e buh.

giovedì, ottobre 20, 2005

SWEET OBLIVION

Radio 4 - Stealing Of A Nation
Ho comprato questo disco in versione doppia/limitata/figa a 11Euro e pensavo che fosse un piccolo affare. Che ne sai, magari i remix sono fighissimi, i video magnifici, il mezzo inedito risicato un colpo geniale del gruppo. Poi non succede mai, ma uno si fa sempre imbambolare. In ogni caso - sia detto chiaro e tondo, è un disco di merda. Talmente di merda che mi son dimenticato di venderlo o regalarlo. L'altra sera l'ho messo su per un tempo totale inferiore a 5 minuti e ho generato il livello di rabbia che di solito sviluppo in una stagione dell'Inter. Vorrei che qualcuno lo difendesse, vorrei che qualcuno, anche dietro modesta retribuzione (ma anche invece no), mi convincesse che è un disco almeno decente. No, sto esagerando - chissenefotte dei Radio 4. Però difficilmente ricordo un gruppo così "popolare" che facesse tanto schifo. 'Sto disco è sempre lo stesso pezzo -brutto- ripetuto senza vergogna alcuna dall'inizio alla fine. Una cassa in 4 finta e leggerina e sopra una chitarrella e un altro scemo che voleva essere Robert Smith. Incredibilmente brutto che è quasi da avere! Cioè ascoltiamolo tutti un casino e sapremo esattamente cosa non fare. Finalmente un motivo per il quale è utile, l'ho trovato! Sapevàtelo!

martedì, ottobre 18, 2005

LA STRANA COPPIA / 1

Una storia vera di CD che giacciono adiacenti sulle mie mensole:

lunedì, ottobre 17, 2005

OK...

... forse non erano il più grande gruppo del mondo. Ma a me un disco dei God Lives Underwater, questo, piaceva. Erano tamarri, per carità, ma se la cavavano con le canzoni e avevano un suono elettronico e contemporaneamente rock che era genuino e interessante. David Reilly, che dei GLU era metà, è morto ieri.

sabato, ottobre 15, 2005

UBIQUITA'

Per puro culo ma ieri sera sono riuscito a vedere entrambi i concerti che mi ero messo in testa di vedere, che stavano a circa 50km di distanza l'uno dall'altro. Il primo era quello degli Young Gods al Teatro Delle Erbe a Milano, il secondo quello dei Giardini Di Mirò al Jail di Legnano. Il secondo mi è piaciuto di più anche se attendevo di più il primo. Gli Young Gods invecchiando sono diventati ancora più tamarri di quel po' che già erano - innegabile. Oppure l'understatement d'obbligo e l'attenzione al livello di coolness non permettono più ai gruppi moderni di essere sfrontatamente energici come sono stati gli Young Gods ieri sera? Un po' e un po'. Fatto sta che 'ste montagne di chitarroni campionati dopo un po' ti riempiono le orecchie e tutto diventa uguale al resto, indistinguibilmente "troppo". E' stato un piacere sentire Child In The Tree come Kissing The Sun, il pezzo migliore, così come è giusto dire che il gruppo è stato molto efficace e coinvolgente quando più lontano dalle strutture rock/metal, esattamente come sui dischi. Forse sbagliavo io a sperare di trovare qualche tipo di lavoro sul suono, qualche rarefazione, qualche esplorazione - ma ieri c'è stato solo del gran metal: che in condizioni normali è sempre manna dal cielo... ma deve pur sempre essere credibile. Ecco, gli Young Gods ieri sera sembravano un gruppo che aveva saputo della data tre giorni prima e aveva tirato insieme la propria versione più semplice e sopra le righe per pensare a impressionare prima che convincere. Dell'altro concerto dico invece che mi è piaciuto tantissimo, che non vedevo i GDM da taaaaanto tempo e che anche se non sono un conoscitore del loro repertorio il concerto è stato secondo me bello, dinamico, coinvolgente e anche quel pizzico tamarro che serve a non prendersi troppo sul serio.

TO HELL WITH POVERTY

Gang Of Four - Return The Gift (V2 2005)
E' da un paio d'anni che tutti si stanno spellando le mani per i Gang Of Four, e tutto sommato hanno anche ragione a farlo. Hanno ispirato un macello di gruppi, alcuni ottimi, altri che non avevano capito un cazzo, ma insomma, chi meglio chi peggio si sono movimentati in migliaia per copiarli paro-paro. Ora, mi sembrava prevedibilissimo che tornassero, ma perchè in questo modo? I Mission Of Burma, che pure son stati replicati abbondantemente e che non sono meno vecchi, han fatto l'anno scorso un disco nuovo -bello- e sono andati in tour. Questi altri invece ri-registrano i propri pezzi più belli, probabilmente perchè non potevano permettersi i diritti delle versioni originali, e fanno una sorta di best of. E fin qui mi sta bene. Mi sta bene che non abbiano una lira e mi sta bene che ri-suonino i loro pezzi per potersi cavare il problema. Non sono proprio convinto delle esecuzioni - tipo che Damaged Goods ha perso quasi tutta la tensione/scansione che la rendeva una figata, ma me lo posso fare anche andar bene. Però poi metto su il secondo CD, quello coi remix che non vi sto ad elencare, e a parte un paio di rimaneggiamenti (Yeah Yeah Yeahs, Go Home Productions)mi sale una spropositate voglia di violenza insensata. Tipo chiuderli tutti in studio per un finto Do They Know It's Christmas ed entrare col carrarmato. I primi a saltare sono gli Hot Hot Heat. Poi i Rakes. Poi The Others. In caso vogliate assolutamente il primo CD (vostro diritto e tutto sommato un'idea accettabile) e siate degli inguaribili ottimisti, pensate che avrete un sottobicchiere dei Gang Of Four in omaggio.

giovedì, ottobre 13, 2005



feel good hit of the winter


martedì, ottobre 11, 2005

FROM RUSSIA WITH... SOMETHING

Oleg Gitarkin - Guiter, Bass, Sintiesator, Programming
Maria Kapelova - Harp

Sasha Vladimirsky - Sintiesator (track 13)

Lydia Kavina - Theremin (track 4, 6)

Barbara Buchholz - Theremin (track 8)


Oleg Gitarkin è, pare, il "re della lounge sovietica", e i Messer Chups sono il suo gruppo, la cui formazione, esotica che più esotica non si può, è riportata sopra. Mondo-music, 60s Surf, Man Or Astroman & Quentin Tarantino, un'ironia vampiresca e Frankenstein che swinga. Crazy Price è il sesto disco del gruppo, il primo ad avere una distribuzione mondiale dopo una serie più o meno fortunata di licenze a singoli paesi. Lo pubblica la Ipecac di Mike Patton e fa morire dal ridere! E' divertentissimo, suonato in maniera spettacolare e pieno di brevi campionamenti da Z-movies, rumorelli, vibrazioncine, arpe, theremin, bzzzz-bbbbzzz-bz-bz-bz e anche qualche trnk-trnk-trUnk. Io capisco che per uno di San Pietroburgo (come i Messer Chups) anche Ray Daytona & The GooGooBombos suonino esotici ed estremamente curiosi - ma quel che voglio dire è che nei Messer Chups c'è un casino sostanza vera, per quanto siano divertenti non sono un giochetto qualsiasi. Comunque, alla fin fine, la descrizione migliore la dà ancora il sito della Ipecac, che sbotta:
Imagine Ed Wood meets Davie Allen & The Arrows, and they go to a covert Soviet-era studio on the moon. Maybe they bring along Lux Interior of The Cramps for the ride. And a theremin. Strange sounds emerge and are broadcast in Eastern Europe on scratchy old radios. People listen and begin to dance in strange formations. Then they all turn into vampires, or huge flesh-eating robots, and destroy America and Western Europe to the tune of this entrancing, psychotic beat. Or something. Perfetto. Soprattutto considerando che, al momento, non si ha idea di chi sia nel gruppo a parte Gitarkin e una certa Sveta Zombie Girl. Per finire: il CD contiene cinque videoclip uno meglio dell'altro. Qui si ascolta qualcosa.


MI STAVO DIMENTICANDO...

... che i dischi remixati/bastardizzati/mashati/miscugliati mi hanno rotto i coglioni. Così, perchè lo sappiate. Anche se sono belli. Anche se son divertenti. Anche se son fatti bene.

LASCIATE CHE I BAMBINI...

DEFTONES - B Sides & Rarities
Ieri sera son tornato ragazzino per un'oretta buona. Grazie ai Deftones e grazie a quel popò di cofanello che hanno appena buttato fuori perchè stava passando un'era geologica fra il disco prima e quello che uscirà fra un po'. Son tornato indietro almeno fino al 1998, quando suonarono in un Rolling Stone che stava scoppiando e d'apertura c'erano i Will Haven: il loro disco fu uno dei primi che ordinai via internet ed ero fierissimo di conoscere i pezzi (che d'altronde erano tutti uguali) ed essere l'unico, ovviamente. Ma parlavo dei Deftones! I Deftones sono uno di quei gruppo dei quali non mi libererò, probabilmente, mai. Mi piacerà sempre ascoltarli, e particolarmente credo che il secondo e terzo disco siano due capolavori di rock contaminato nonchè due pietre miliari degli anni '90 - due dei dischi che, fra cinquant'anni o anche cento, potrebbero essere presi come esempio di come la musica rock andava in quel decennio. Quel che mi è sempre piaciuto di loro, e che me li ha fatti amare da matti, è che sono costantemente, in ogni momento, melodici e "pesanti": ma è un pesante sfaccettato, non una mazzata senza senso, è un pesante che riflette intensità e non aggressione. E poi avevano dei gusti musicali talmente improbabili da renderli unici: Sade? Duran Duran? Mi confondevano... ma The Chaffeur è una piccola delizia! E così No Ordinary Love... e così Wax And Wane dei Cocteau Twins! Per non parlare di Savory dei Jawbox con Jonah dei Far (di cui ho parlato pochi giorni fa) ospite a spezzarci il cuore. Classico gruppo della madonna.

sabato, ottobre 08, 2005

AVOID PREGNANCY DURING ALCOHOL

MEN'S RECOVERY PROJECT - The Best Of (5 Rue Christine)
Famolo ancora più strano! "The Best" per MRP sarebbe poi "The Worst - EVER" per la maggior parte degli esseri senzienti del pianeta, con ogni probabilità, missà. La definizione perfetta è "musica per dementi. Synth che sparano la stessa nota per un minuto, drum machine scassata da 25$, reminiscenze punk e qualcosa-wave, un radicato impianto punk, rumori di pisciate e salsicce parlanti, una massa di scemi che cantano/sbraitano. I Devo, forse i Ramones, probabilmente i Melvins (c'è un pezzo intitolato a Joe Preston) e millecinquecento altre cose non individuabili e splendide quanto bizzarre. Ci suona(va) Sam McPheeters della leggenda hardcore Born Against e ora la 5 Rue Christine ci propone il loro "meglio". Io mi ci diverto come un pazzo ma occhio che al primo ascolto è durissima: provate con Sexual Pervert.

DESTRUCTO-CORE

KYLESA - To Walk A Middle Course (Prosthetic)
Devastanti e davvero malsani, i Kylesa. Tre uomini, una donna, tre voci, due sampler, un basso, due chitarre, batteria. Sono influenzati dai Neurosis, dalle loro albe nello spazio e dal loro senso di respiro elettrico nonchè dalla loro tribalità feroce, ma sono più concisi e punk. Hanno dalla loro un approccio quasi à la Dead Kennedys, addirittura, che poi però triturano in una serie di visioni post-industriali, post-umane, post-attacco atomico, post-tutto-quanto-sia-brutto-e-faccia-male. C'è una crudezza diversa dal solito, che non è la solita fregnaccia metalcore "tribale" che ormai son vberamente buoni tutti... una ferocia "corale", una compattezza d'intenti che mi lascia senza fiato. Il disco poi suona bene e addirittura, scrivendo e ascoltando, mi sovviene a chi assomigliano per violenza e disperazione: ai Logical Nonsense, scomparsi prima di comparire ma che qui hanno lasciato un segno profondo. Roba di prma categoria.

mercoledì, ottobre 05, 2005

LONTANO LONTANO...

Far - Water & Solutions (Epic 1998)
Ascoltato stamattina andando a lavorare dopo almeno un annetto... posso dire che questo disco mi è mancato. A cantarci è Jonah, poi Onelinedrawing & New End Original, uno dei personaggi più "de core" di tutta la scena musicale degli ultimi anni. MP3 gratis dai propri siti, collaborazioni ripetute nel solo nome dell'amicizia e altro ancora. Andate sul suo sito e scaricate l'impossibile se volete. E' un po' emo, un po' punk, un po' indie, un po' hardcore... un po' strappamutande e un po' pestone (o meglio energico). Le canzoni sono belle, i testi interessanti, poetici e intensi, il gruppo dal vivo mi ha meravigliato e lasciato felice col sorrisone due sere di fila e faceva quello su cui i Jimmy Eat World hanno una carriera prima e meglio. Ci son di mezzo anche un po' di Fugazi, ma non così nervosi e infinitamente meno spigolosi. Fecero molti tour con i Deftones, con gli Incubus e con altri gruppi californiani della seconda metà degli anni '90: erano più bravi (almeno di molti) e tutti li adoravano, ma a occhio e croce qualcosa andò storto con l'etichetta, e fu decisamente un peccato. Qui comprarlo costa 4.2 Euro.



Andatevene:





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